giovedì 20 ottobre 2016

Fai l'obiettore da un'altra parte

Faccio resuscitare questo blog per una questione che mi sta molto a cuore.
Come sapete, o se non lo sapete che lo dico ora io, io voglio diventare madre, un giorno.
Per "un giorno" intendo tra circa 8 anni o più. O magari meno, ma con stabilità.
Ciò vuol dire che adesso, a neanche 21 anni, al terzo anno di università, non lo voglio.
Non lo voglio e non posso averlo.
Spero siate riusciti ad arrivare fino a qui perché a quanto pare sembra un discorso così difficile per quasi la totalità dei medici italiani che ho paura di non essere seguita. 
Dunque, dicevo.
Non potrei avere un figlio adesso. 
Ciò vuol dire che se, malauguratamente, dovessi rimanere incinta, dovrei abortire, nonostante un giorno io voglia effettivamente avere un figlio.
Sarebbe, chiaramente, una decisione difficile, magari anche sofferta, ma sarebbe quella.
E, voglio essere chiara, non sarebbe difficile e sofferta perché ucciderei un bambino e farei piangere la Madonna, perché no. Sarebbe difficile per ciò che potenzialmente quelle cellule potrebbero diventare. Perdonatemi i termini poco medici, non sono un'esperta, sono solo una ragazzina che si lamenta. 
Perché, e ci tengo a ribadirlo, abortendo entro i tre mesi di gestazione, non c'è nessun bambino che scalcia e sogna e tutte quelle cose li, ci sono solo cellule, e basta.
Ma torniamo a noi, perché già è difficile così, se poi mi metto anche a divagare la comunità scientifica poi magari si perde del tutto e non capisce dove voglio arrivare.
Quindi, decido di abortire.
E non posso farlo.
Non posso farlo perché solo in Sicilia gli obiettori sono l'80% dei medici e sarei costretta ad andare negli ospedali più reconditi della regione o addirittura in un'altra regione, non che la situazione altrove sia migliore eh. Più della metà dei medici in Italia è obiettore.   
Non posso esercitare il mio diritto di scelta perché per qualcun altro è sbagliato. 
E potrei anche capirlo se mi trovassi in una struttura privata, e comunque non lo capirei, ma in una struttura pubblica no. No perché io chiedo un servizio, e tale servizio mi deve essere dato.
Essere obiettori non diminuisce il numero di aborti. assurdo vero ?
Sapete perché ? Perché se io voglio abortire lo faccio, in maniera legale o meno. 
Che sia in un'altra regione o in una stanza buia dove una persona poco raccomandabile sterilizza un pezzo di ferro, io abortisco. 
Oppure dai, mettiamo che io questo bimbo voglia tenerlo, ma poi ci sono delle complicazioni.
Ma siamo nel 2016, posso davvero avere timore di morire a causa di una gravidanza perchè un medico obiettore mette davanti la vita di due bambini ancora non nati davanti quella di una donna che già esiste e vive e respira ? 
Sapete cosa mi fa arrabbiare ?
La visione che hanno gli altri di me, me come donna, me come potenziale madre. 
La mia vita come essere umano sembra finalizzata a farmi ingravidare, e poco male se crepo nel processo, l'importante è avere messo al mondo nuovi esseri viventi. 
E se magari non volessi figli ? 
Per carità, cosa è questa stregoneria ? Una donna, che non vuole figli ? 
Ma chi l'ha mai sentita questa baggianata. 
Tu sei donna e tu vuoi figli, quindi quando rimani incinta lo devi tenere.
Che Dio ce ne scampi se poi il motivo per cui voglio abortire è perchè semplicemente non lo voglio, quel potenziale figlio.
Hai fatto sesso, quindi la tua punizione divina è avere questo bambino.
No perchè a me sembra che il ragionamento sia proprio questo. 
Ti sei voluta divertire ? Ora ne paghi le conseguenze.
Scusate se penso che un figlio, quando voluto, quando cercato, quando desiderato, sia la cosa più bella che possa capitare a entrambi i genitori, e non la conseguenza di un'azione fatta senza riflettere.
L'aborto è una questione così delicata, così intima, così personale, che il solo pensiero che tale decisione appartenga a qualcun altro se non a me e al padre, mi fa rabbrividire.
Ci sono donne che vorrebbero tenerlo, ma non possono.
Ci sono donne che semplicemente non lo vogliono.
Ed entrambe sono donne la cui vita vale molto di più di un agglomerato di cellule dentro un ventre.
Dal Medioevo oggi è tutto, linea allo studio.